Sul Natale si potrebbe scrivere un'enciclopedia. Ognuno ha un suo modo più o meno "personale"-"originale"-"diverso" di trascorrerlo. Ognuno attribuisce la Natale il significato che meglio risponde al proprio modo di viverlo. Chi come puro sfruttamento commercial-consumistico, chi come tradizione liturgico-religiosa, altri come tradizione liturgico-familiare, altri semplicemente come un momento di pausa e riflessione in prossimità della fine di un anno.... Insomma, il Natale ha 1000 sfaccettature, 1000 modi di essere vissuto, interpretato e trascorso.
Il mio modo?
In casa mia il Natale è vissuto come un momento di riflessione sull'amicizia e sull'amore verso le persone care e gli amici.
I miei genitori provengono da un'educazione cristiana poco profonda, ma (ahimè) imposta e quindi non vissuta in maniera serena. Da questo han deciso poi un pò per me. O meglio, non han deciso nulla, dandomi la libertà di scegliere nel momento in cui sarei stato in grado di farlo.
Da questo quindi, Natale in casa mia non è mai stato fatto di religione, messa alla vigilia, ecc ecc.
Natale è sempre stato visto come sì una festa cristiana, alla quale comunque portare il rispetto necessario però, vuoi sicuramente influenzati dal consumismo commerciale, gli è sempre stato attribuito un significato legato all'amore e all'amicizia.
Amore e amicizia per i parenti e gli amici.
Natale come dimostrazione di affetto, come momento di ringraziamento verso tutti quelli che fanno parte della mia famiglia da tanto o da poco.
Natale come scambio di doni, ma con un grosso significato sotto, prima che come gara al regalo più costoso. Tante volte anche semplicemente un bigliettino, con auguri e ringraziamenti, tutti sempre sinceri e di cuore.
E' comunque "buffo" come poi il Natale in un modo o nell'altro abbia portato la mia famiglia ad una "scrematura" del parentado...
Però come dice sempre mio padre: "meglio pochi ma buoni" e "casa mia è casa mia, e se devo stare insieme forzatamente alle persone, tutta una giornata in situazioni di circostanza...meglio tagliare i ponti".
Dire che questo è il mio Natale, comunque, è riduttivo. Ci sono i regali e tutto il lavoro per trovarli-comprarli-impacchettarli-consegnarli, i biglietti di auguri, l'albero, i film di Natale, la sera della vigilia, il pranzo di Natale e il giorno di S.Stefano, il pandoro, i parenti, gli amici.
Regali. Per i regali, lo ammetto. Sono sempre abbastanza splendido. Se posso, ovviamente, non guardo molto il portafogli. I regali non sono meritocratici. Quel che mi sento faccio. L'importante è che siano il tramite per trasmettere un messaggio. In genere li allego sempre ad un biglietto personalizzato, con una frase tratta da un libro, due righe di poesia, o semplicemente qualcosa che mi vien dal cuore. Spesso è proprio il regalo ad assere allegato al biglietto e non viceversa.
Non si contano più ormai tutti i giri e i km e la benzina spesa per cercarli, comprarli e consegnarli.
Ultimamente ho perso l'abitudine di ridurmi al 23-24, ma riesco ad arrivare una settimana prima con già tutto pronto.
Nei pacchetti sono una frana, ma mi piace comunque farli. Mi sento un pò come Mucciaccia in Art-Attack.
L'albero. Simbolo più "pagano" del Natale. Non manca mai. fin da piccolo, l'ho sempre fatto con mia madre l'8 dicembre.
Ultimamente ha perso un pò il fascino che aveva quand'ero bambino, ma forse proprio perchè ora son cresciuto. E l'albero non è più il luogo dove compaiono i regali, ma è il punto di riferimento, dove vengono parcheggiati...
I film di Natale, non mancano mai. Da "la vera storia di Babbo Natale" a "Miracolo sull'8^ strada", passando per "Willy Wonka e la fabbrica di cioccolato" quello originale, del 1973. Alcuni ovviamente non sono di Natale, ma sono ormai natalizi, entrati nella lista che tutti gli anni la tv ci propone, ripropone e inculca, un pò come il pranzo di Natale quando sei piccolo: tu non lo vuoi per giocare con i regali nuovi, e tua madre quasi ti lega alla sedia, tanto che poi lo subisci passivamente.
La sera della vigilia.Fino a 4-5 anni fa era fatta da 3 persone. Io mia madre e mio padre. Pizza e poi a casa a scartare i regali alla mezzanotte. Tutti sul lettone. Un rito magico.
Poi con l'età le cose son cambiate. I regali con i miei si scambiano al mattino del 25, la sera della vigilia è tutta dedicata agli amici. Quest'anno, per la prima volta, alla mia dolce metà....
Il pranzo di Natale. La tradizione della mia famiglia prevede di farlo con i parenti paterni. Da piccolo in casa di mia nonna, era un must....con gli anni è diventato un pò nomade...viaggia di casa in casa, di anno in anno, frutto della crescita della famiglia, e del cambiamento del modo di vivere il Natale globale. Bei pranzi, ma niente mangiate pantagrueliche. Il giusto. Nel rispetto di se stessi (per non star male) e per evitare inutili sprechi tipici di queste giornate.
Il giorno di S.Stefano è "the dey after". Decontaminazione da overdose di cibo, auguri, baci-abbracci e saluti. Il giorno per godersi i regali e l'ambiente familiare a Natale, con la serenità dell'intimità dei pochi.
Ovviamente, personalmente, a Natale il pandoro. Odio il panettone.
P.S. A breve un lista dei regali fatti e ricevuti.
1 commento:
Un saluto all'omonimo mio che scrive in questo blog :-)
Nicole :-)))
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