







Cronache dalla mia mente
L'omosessualità nello sport è ancora coperta da un tabù incrollabile e, anzi, non molto tempo fa un giudice di merito si pronunciò sostenendo l'assoluta inconciliabilità della "qualifica di omosessuale" con la condizione di atleta professionista, segno evidente che il pregiudizio è ancora duro a morire.
Tuttavia, non tutti i gay si dedicano allo shopping e alla cura delle proprie unghie: ho contattato un rugbysta che gioca a livello amatoriale, omosessuale dichiarato (nei termini che vedrete), e lui è stato così gentile da rispondere a qualche domanda e a prestarsi a questa specie di "intervista". Le virgolette sono d'obbligo perchè le domande, ahimè, non sono il massimo. In compenso, intelligenti e attente sono le risposte, anche se, come ha detto il nostro amico "mi fa un po' strano scriverti così tanto di me, anche di cose che ritengo personali…"
Un rugbysta omosessuale... molti "regolari" farebbero fatica a crederci...
Beh... Pratico il rugby da 14 anni ed è entrato nel mio DNA, la squadra è ormai una famiglia per me. Succede in tutti gli sport di squadra, ma nel rugby i compagni sono qualcosa di più: non ci si allena e gioca solamente insieme, ma si fanno feste, tornei per beneficenza, si esce a bere una birra molte sere a settimana in compagnia. Con morose, mogli, amici, parenti…
Sei l'unico omosessuale della squadra?
No: siamo in due, e, fino a 4-5 anni fa, nessuno dei due sapeva dell'altro. Abbiamo gestito la cosa in maniera diversa, anche per via delle differenze di età. Lui si è dichiarato ufficialmente, e la squadra l'ha presa bene. Magari i primi tempi qualce scivolone con qualche battuta pesante, ma fatta più per stereotipo che per cattiveria o intento maligno.
E tu? Hai avuto paura di essere rifiutato?
Ovvio che la paura del rifiuto c'è stata. Parecchia. Si parla comunque di uno sport in cui c'è contatto fisico, ci si fa la doccia nella stessa stanza, ci si vede nudi…e la goliardia che ruota attorno a questo sport è spesso basata su scherzi, battute e cose con riferimenti sessuali. Alla fine bisogna fare i conti con gli stereotipi e con le leggende, purtroppo. A quel punto sta alla sensibilità delle persone che hai di fronte...
Sei dichiarato?
No, anche se il mio amico in pratica mi aveva aperto la strada. Non devo giustificarmi con nessuno; inoltre, visto che con lui erano tranquilli, non ne vedevo la necessità (il gesto provocatorio "apripista" era già andato a buon fine). C'è un altro motivo, forse quello fondamentale: nella società ricopro, oltre al ruolo di giocatore, anche quello di membro del consiglio direttivo e di allenatore di squadre juniores. L'ho fatto per evitare imbarazzi alla società: i ragazzini di oggi non hanno più nessun problema di fronte a certe argomenti, ma forse i genitori... Così mi son sempre fatto… i fatti miei. ;-)
L'ho confidato tempo fa ad alcuni compagni di squadra, con i quali esco tutt'ora 3-4 sere a settimana, e con i quali abbiamo creato una compagnia di amici (diciamo che sono i miei migliori amici sia in campo che nella vita fuori). Anche loro l'han presa benissimo. Ovvio che non se l'aspettavano, visto che mi ritengo un tipo totalmente maschile. Ultimamente, dopo aver raggiunto un certo equilibrio personale, ho cominciato a portare fuori con la squadra il ragazzo con cui esco, senza fare chissà che presentazioni. Ormai penso l'abbiano capito tutti, ma l'ambiente è rimasto totalmente sereno. Anzi.
Certo che ci riesco! E' ovvio, i discorsi che si fanno cadono sulle donne (se mi permetti il termine anche se volgare, sulla figa :-P). Io dico la mia, valutando oggettivamente l'estetica. Poi, oltre…non mi sono mai espresso, ma, no, non mi sono mai sentito alla finestra. Semplicemente, non avevo e non ho più di tanto da dire.
Scusa la domanda... "da caserma", ma credo che te l'abbiano fatta tutti: "come fai", negli spogliatoi?
Eh eh… questa domanda me l'hanno posta quasi tutti gli amici gay che ho e pochissimi degli amici etero... Stare nudi per me è normale. Gioco dall'età di 12 anni e ormai non mi fa né caldo né freddo. Sono abbastanza razionale da controllarmi. Poi siamo una famiglia, siamo molto legati, mai e poi mai mi permetterei di fare "lo scemo" rischiando di perdere delle amicizie molto molto profonde. Certo, l'occhio lo si butta, ma siamo umani. E poi lo fanno (e anche spesso) anche gli etero ;-)
Qualche momento di imbarazzo?
Un po' di imbarazzo ogni tanto lo colgo, ma penso sia normale. Si butta li una battuta (fatta con il cuore) e si va avanti… Io stesso ricevo battute (fa parte del gioco), ma mai cattive: sono sempre stato una persona corretta, mai fatto allusioni, ammiccamenti o cose ambigue, per cui mi sono guadagnato un certo rispetto, come giocatore e come persona.
Un rapporto normalissimo, quindi!!
Certamente! Alcuni compagni di squadra, specie all'inizio, erano curiosi di sapere e capire cosa, come, dove, perché… Anzi, poi alcuni di loro li ho pure portati con me a ballare con le loro morose e i miei amici gay in disco gay. E si son divertiti una cifra...
Grazie per esserti prestato a questo gioco.
E' stato un piacere. Spero di essere stato abbastanza esauriente: ci sarebbe da scrivere un libro intero…anche perché poi son tutti fatti che si legano in maniera complessa e indissolubile con tutto il resto della mia vita: famiglia, amici, studio…
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NEW YORK - Sole, caldo, spalti gremiti: al Giants Stadium alle porte di New York e' calato il sipario su Live Earth, la maxi-kermesse musicale all'insegna dell'Sos, come nella canzone scritta ad hoc 'Change the World, Sos' di Will.I.am dei Black Eyed Peas.
Da Sidney alla Grande Mela passando per Tokyo, Shanghai, Amburgo, Londra, Johannesburg, Rio de Janeiro e Washington, la 'verita' sconveniente' di Al Gore e' risuonata nel mondo grazie al bio-concertone planetario che in nome della lotta all'emergenza climatica ha cercato di convertire fans del rock e del pop e governi al salvataggio della Terra.
''Sos'' in questo caso sta per 'Save Our Selves', salviamo noi stessi, ed e' stato il leit motiv della kermesse a cui hanno partecipato i Police, Madonna, Smashing Pumpkins, Shakira, John Meyer e i Genesis, Spinal Tap e Red Hot Chili Peppers: 150 artisti su nove palcoscenici in sette continenti davanti a un audience stimata di due miliardi di persone in cento paesi.
''Il mondo sta morendo, la gente mente se dice che va bene'', ha scandito a tempo di rap Will.I.am nella performance allo stadio Wembley di Londra prima che entrasse in scena la Material Girl con in scaletta ben undici canzoni dalla 'storica' La Isla Bonita alla nuovissima Hey You, scaricabile dal web e i cui proventi andranno all'alleanza di Gore.
Perche' un concerto? Per l'ex vice-presidente la musica ha il potere di cambiare il mondo: ''Quando ero giovane Blowin' in The Wind di Bob Dylan ebbe un impatto incredibile nell'America dei diritti civili. Oggi la musica scritta e cantata a Live Earth puo' fare lo stesso''. Premio Oscar per il documentario Una Verita' Sconveniente, Gore e' apparso continente per continente: in video a Sidney mentre a Tokyo era un ologramma in giacca e cravatta che avvertiva della sfida posta al pianeta dal global warming: ''E' la sfida piu' grande e piu' grave, ma anche quella che possiamo risolvere se ci mettiamo tutti assieme''.
I cantanti della kermesse Live Earth erano stati tacciati di ipocrisia nei giorni scorsi per i loro sprechi energetici (la sola Madonna ha emesso 485 tonnellate di ossido di carbonio in quattro mesi per il suo tour dell'anno scorso) e gli organizzatori hanno cercato di fare di tutto per ridurre al minimo l'impatto ambientale delle manifestazioni: i concerti sono stati al possibile tutti 'carbon neutral', cioe' neutrali di emissioni di CO2, contractors e fornitori di servizi sono
stati scelti non in base ai costi ma alle credenziali verdi. Bicchieri e contenitori di cibo erano riciclabili. Al Giants Stadium alle porte di New York 800 volontari non hanno avuto altra funzione che di andare in giro a spegnere luci inavvertitamente lasciate accese.
Per Gore, il grande sconfitto delle elezioni del 2000 reduce dall'imbarazzo di avere avuto un figlio arrestato per droga (seppure al volante di una Toyota verde) e' stata una mezza rivincita: per la prima volta la Cina ha partecipato a un evento del genere. Un evento collaterale al tempio Toji a Kyoto ha ricordato al mondo l'urgenza di rinnovare il Protocollo sui limiti all'inquinamento che gli Stati Uniti non hanno sottoscritto. Ma almeno in Europa gli show dal vivo non hanno registrato il tutto esaurito: spalti vuoti a Londra e a Amburgo, complice la pioggia, Shakira a cantato a stadio mezzo vuoto.
Si e' suonato e ballato in extremis sul Mall a Washington contro il 'niet' posto di repubblicani del Congresso. Si e' suonato anche in Antartide con la band finora sconosciuta Nunatak composta da due ingegneri, un biologo marino, un meteorologo e una guida polare: sullo sfondo di un iceberg hanno cantato a -18 gradi davanti a 27 colleghi e la loro performance ha permesso a Gore di allestire almeno un evento in ciascun continente.