martedì 10 febbraio 2009
mercoledì 7 gennaio 2009
Ansia e paura
Ce la farò?
E dopo cosa farò?
E se non mi piacesse più fare quello per cui ho impegnato 8 anni della mia vita?
E se mollassi tutto?
Ansia, ansia, ansia.......paura.
giovedì 25 dicembre 2008
mercoledì 24 dicembre 2008
Auguri
Il mago di Natale
Gianni Rodari
S'io fossi il mago di Natale
farei spuntare un albero di Natale
in ogni casa, in ogni appartamento
dalle piastrelle del pavimento,
ma non l'alberello finto,
di plastica, dipinto
che vendono adesso all'Upim:
un vero abete, un pino di montagna,
con un po' di vento vero
impigliato tra i rami,
che mandi profumo di resina
in tutte le camere,
e sui rami i magici frutti: regali per tutti.
Poi con la mia bacchetta me ne andrei
a fare magie
per tutte le vie.
In via Nazionale
farei crescere un albero di Natale
carico di bambole
d'ogni qualità,
che chiudono gli occhi
e chiamano papà,
camminano da sole,
ballano il rock an'roll
e fanno le capriole.
Chi le vuole, le prende:
gratis, s'intende.
In piazza San Cosimato
faccio crescere l'albero
del cioccolato;
in via del Tritone
l'albero del panettone
in viale Buozzi
l'albero dei maritozzi,
e in largo di Santa Susanna
quello dei maritozzi con la panna.
Continuiamo la passeggiata?
La magia è appena cominciata:
dobbiamo scegliere il posto
all'albero dei trenini:
va bene piazza Mazzini?
Quello degli aeroplani
lo faccio in via dei Campani.
Ogni strada avrà un albero speciale
e il giorno di Natale
i bimbi faranno
il giro di Roma
a prendersi quel che vorranno.
Per ogni giocattolo
colto dal suo ramo
ne spunterà un altro
dello stesso modello
o anche più bello.
Per i grandi invece ci sarà
magari in via Condotti
l'albero delle scarpe e dei cappotti.
Tutto questo farei se fossi un mago.
Però non lo sono
che posso fare?
Non ho che auguri da regalare:
di auguri ne ho tanti,
scegliete quelli che volete,
prendeteli tutti quanti.
Tanti cari auguri,
di Buon Natale e felice anno nuovo.
Buone feste,
con affetto
Nicola.
sabato 6 dicembre 2008
sabato 12 luglio 2008
The summer is magic
Pian piano, senza grossi sconvolgimenti, ma ricca di conferme, soddisfazioni, punti di arrivo e qualche buona notizia.
Sto guardando fuori dalla mia finestra, davanti a me il quartiere riposa tranquillo avvolto nella languida atmosfera tipica dei pomeriggi dei weekend estivi.
Fuori umidità, afa, qualche uccello. Di tanto in tanto una macchina che passa velocemente, quasi costretta a far la spola tra un posto e l'altro, saltando da un ambiente climatizzato all'altro, come si fa d'estate in spiaggia, quando si cammina sulla sabbia nell'ora più calda, saltando da un'ombra all'altra, per non scottarsi i piedi.
L'unico suono che attira l'attenzione più di tutti è il continuo e sommesso ronzio dei condizionatori. Veri padroni dell'aria e del suono delle nostre estati.
Dentro, 25 gradi asciutti. Aria condizionata, ovviamente. Ma un'aria che non è più quella viva della finestra aperta. Aria confezionata la chiamo io.
Ovvio che non disdegno, grazie ad essa alla notte almeno si può riposare, senza alzarsi al mattino più stanchi di prima, nella famosa pozza di sudore...
L'estate è sempre stato il periodo dell'ozio. Mare, dormire fino a tardi, vacanze e compiti per le vacanze. Crescendo queste cose han sempre mutato in percentuale rispetto al tempo totale a disposizione, ma son rimaste le stesse.
Quest'anno, invece, la mia estate è cambiata.
Il lavoro che ormai è diventata una componente "seria" e continua nella mia vita (contratto a tempo indeterminato "guadagnato" a fine giugno) e studio intenso ormai "agli sgoccioli" (1 esame mancante, tesi in fase di elaborazione) la fanno da padroni.
Niente ferie. Almeno per quest'anno, niente ferie "classiche", luglio o agosto. Si vedrà a ottobre (spero!).
Per il momento cerco di adattarmi a questa nuova routine.
I pomeriggi si alternano tra studio e qualche ora in piscina.
Qualche aperitivo in tarda serata, una pizza in qualche giardino estivo e serate all'aria aperta con gli amici.
Giardino, qualche candela, una birra fresca, magari un pò di musica o una partita a carte. Il relax migliore. Ogni tanto una caotica evasione in qualche locale notturno, per non perdere l'abitudine alla "movida" notturna. Qualche incursione nel confezionamento di qualche centro commerciale. Il resto è gran calma e tranquillità.
Quando poi, giorno dopo giorno, capisci sempre più di aver trovato una persona più che speciale al tuo fianco, cosa chiedere di meglio?
venerdì 11 luglio 2008
Nic is back
Padova. Porta Portello. 11 luglio 2008. ore 18.30.
martedì 11 marzo 2008
L'Amore
Guardo il cielo e non vedo altro colore
solo grigio piombo che mi spegne il sole,
l'unica certezza è gli occhi che io ho di te.
Due fotografie è tutto ciò che rimane,
sul mio letto il vento le fa volare,
la distanza che ci divide fa male anche a me.
Se non vai via, l'amore è qui.
Sei un viaggio che non ha ne' meta ne' destinazione,
sei la terra di mezzo dove ho lasciato il mio cuore.
Sono solo anch'io, come vivi tu, cerco come te...
L'amore.
Quel che so di te è soltanto il tuo nome,
la tua voce suona in questa canzone.
Musica e parole emozioni che scrivo di noi.
Se non vai via, il mondo è qui.
Sei un viaggio che non ha ne' meta ne' destinazione,
sei la terra di mezzo dove ho lasciato il mio cuore.
Sono solo anch'io, come vivi tu, cerco come te...
L'amore.
Cambia il cielo i tuoi occhi no,
come vetro è l'amore che sei.
Sei un viaggio che non ha ne' meta ne' destinazione,
sei la terra di mezzo dove ho lasciato il mio cuore.
Sono solo anch'io, come vivi tu, cerco come te...
L'amore.
mercoledì 5 marzo 2008
1° obiettivo
Da ieri pomeriggio sono ufficialmente entrato in tesi.
Ufficialmente per me, per il prof. che mi seguirà, per amici e parenti. Per l'università no, mancano ancora 2 esami.... Però ci sono.
Dopo 7 anni e mezzo posso dire di essere alle fasi finali.
Argomento? Tesi di urbanistica. Il titolo, ovviamente, è ancora da definire ma sommariamente posso dire che tratta lo studio della nuova Pedemontana veneta e il suo inserimento paesaggistico.
Ecco quindi il primo obiettivo importante sulla strada che mi sta portando a trovare il mio posto nel mondo.
Una bella tappa direi. Ma siamo ancora agli inizi....quindi....non posso aggiungere altro. Si comincia. Non sto nella pelle......
domenica 24 febbraio 2008
La domenica mattina
Da buon sportivo la domenica prima della partita è quasi mistica. Sempre lo stesso modo di alzarsi e prepararsi. Riti ripetuti scaramanticamente, per non rompere un equilibrio che sembra quello "giusto" anche per l'esito della partita.
Sono le domeniche più ricorrenti della mia vita. Per 14 anni, per oltre 9 mesi all'anno.
Variano leggermente nell'orario, a seconda se si gioca "in casa" o "fuori".
Sveglia, colazione con un ben definito numero di fette biscottate-burro-marmellata (in genere 6,non una di più) e tazzone di caffelatte. Poi la preparazione della borsa, con cura meticolosa per i dettagli e l'ordine di "ingresso" degli oggetti nella suddetta, il tutto con un adeguato sottofondo musicale molto ritmato. Sono tutte domeniche con una tensione interna particolare, nervose ma non isteriche. Elettriche e perchè no, anche magiche si.
Domenica senza partita.
Alter-ego di quella pre-partita.
Si finisce sempre col non fare nulla. Presi dal panico di avere troppe cose da fare, si finisce con l'oziare a letto o sul divano. Una variante può essere quella di fare un "giro" da qualche parte, fuori città, ad una mostra-fiera-festa.
In alternativa si può avere una Domenica post-disco.
Domenica post-disco.
La domenica di riposo forzato. E' caratterizzata soprattutto dal livello alcolico raggiunto il sabato notte, ma in genere ha sempre 3 fasi.
1-si dorme fino a tardi (tipo metà pomeriggio) con conseguenti ire di mamma che ha preparato il pranzo per stare tutti assieme...
2-mal di testa/posacenere in bocca/stato quasi febbricitante
3-si hanno le forze solo per alzarsi dal letto, lavarsi, bere tanta acqua e poi collassare sul divano.
Domenica festiva.
In genere si passa con gli amici. O i compagni di squadra. Con grigliata gigante se il tempo lo permette.
In qualche caso si ha la precettazione dei parenti, ma si cerca di "svicolare" il prima possibile.
Domenica di lavoro.
Lavorando sono le domeniche peggiori. Non per il posto in cui lavoro (Ikea), anzi per fortuna il lavoro mi piace e mi trovo bene con i colleghi (son quelli che salvano la giornata), ma son quelle che ti limitano il sabato sera e ti tolgono dal letto quando sai che è la giornata di riposo per eccellenza per almeno l'80% delle persone. Se poi contiamo che mi alzo alle 04 del mattino.....
Domenica di riposo.
Da quando ho cominciato a lavorare sono le domeniche più rare (1 al mese).
Cerco che sia più varia possibile. E' quella che aspetto con ansia, perchè ogni volta diversa e stimolante.
Generalmente è di due tipi:
o una domenica di relax totale, film-libri-cultura e riposo o è una domenica post-disco.
Da poco poi ho scoperto il piacere della Domenica di coppia.
Grazie ad M.
Da 8 mesi le mie domeniche di coppia sono le più belle. Le più dolci e romantiche che abbia mai avuto.
Dipende se lavoro o meno, ovvio. Ma anche quando lavoro e sono con M. è un'altra domenica.
Se lavoro la cosa più bella è alzarsi piano e vedere la persona che ami al tuo fianco, far piano per non svegliarla....guardarla dormire.... e uscire di casa con un sorriso "ebete" che ti accompagna lungo la strada per arrivare al lavoro e per tutta la mattinata.
Se non lavoro, ovvio, svegliarsi nel calore di un letto condiviso e dedicarsi le giuste attenzioni non ha parole per essere descritta.
Quale preferisco? La risposta direi che appare alquanto scontata, ma alla fine nessuna mi dispiace. Ogni domenica mattina ha la sua bellezza. L'importante è che sia sempre diversa, per dar movimento e non fossilizzarsi.
L'unica a cui ormai ho quasi rinunciato è quella post-disco. Nel senso che so pormi un limite il sabato sera, per riuscire a gustarmi la domenica mattina.
Rapido aggiornamento: Università.
Esami programmati per la sessione di gennaio/febbraio: 2
Esami superati nella sessione di gennaio/febbraio: 2
Fisica tecnica: 24
Trasporti urbani e metropolitani: 24
Sono a -2. Ed entro fine mese si comincia la tesi....